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Gasparato :"Guardiamo con interesse alla semplificazione della governance in banchina".

Il Presidente di UIR, l'Unione degli Interporti Riuniti ."Nel nostro settore servono privati e meno micro-strutture".

 

La legge quadro sugli interporti si è arenata in Senato ormai da qualche anno, ma Uir (Unione Interporti Riuniti, che riunisce 24 interporti italiani) è decisa a rilanciare. "Siamo pronti - afferma il presidente di Uir, Matteo Gasparato - a presentare al ministero delle Infrastrutture, a fine Novembre, un testo di legge quadro per regolare il settore degli interporti". Il testo, deliberato all'unanimità dall'associazione, riprende la filosofia della legge Velo, presentate nel 2011, approvata dalla Camera, ma mai arrivata al voto in Senato. Il nuovo testo riprende e riadatta quello che giace al Senato, cercando di coniugarlo con la riforma delle Autorità portuali varata recentemente. "Inoltre - dice Gasparato - poniamo l'accento affinchè la norma regolatrice attui sempre più un regime privatistico che garantisca la concorrenza. Oggi gli interporti sono spesso gestiti da enti pubblici o società per azioni con controllo pubblico, noi vogliamo che venga dato un taglio privatistico. Nella nuova legge quadro vogliamo anche inserire l'istituzione di un comitato che riunisca i ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello sviluppo economico, e anche Rfi, e che ogni anno decida come programmare gli investimenti, per evitare la crescita di strutture a macchia di leopardo, con la costruzione di capannoni senza futuro. Inoltre cerchiamo di mettere un limite alle piattaforme logistiche, che non sono interporti e diamo una definizione precisa di interporto". Molti interporti italiani sono in fase di sviluppo, mentre alcuni sono alle prese con problemi di bilancio, da Livorno a Nola, da Vado a Rovigo. La tendenza attuale nel mondo del trasporto dei container marittimi è quello all'accentramento, con navi sempre più grandi e un numero ridotto di porti di riferimento. Questa tendenza sta evidentemente toccando anche i terminal interportuali. Uir intende frenare la proliferazione delle strutture di questo tipo e per questo nella proposta di legge è inserita anche l'indicazione a definire strategici gli interporti posti lungo i corridoi europei, le cosiddette reti ten-t. Si tratta di una misura che ricalca quanto contenuto nel piano del governo sulle Autorità portuali, i cui vengono privilegiati proprio i porti definiti core dall'Unione europea. Sempre dalle Autorità portuali si vuole riprendere il meccanismo di finanziamento. "Visto che negli interporti è presente la dogana, una piccola parte del transato potrebbe essere accantonata per finanziare le infrastrutture. Questo permetterebbe di non ricorrere ai finanziamenti a pioggia - spiega Gasparato - E' un idea che a noi piacerebbe e che proponiamo come ragionamento al ministero, a cui spetta il giudizio e la valutazione se sarebbe in linea con le norme dell'Unione Europea sugli aiuti di Stato". Un altro punto sul quale Uir vuole intervenire è quello delle valutazioni di impatto ambientale, che seguono procedure giudicare "complicatissime. Riteniamo - spiega Gasparato - che quando ci sono progetti, come ad esempio un nuovo capannone in un interporto esistente, sia sufficiente ottenere la Vas regionale, mentre la Via nazionale dev'essere riservata alla creazione di nuovi interporti". Oltre al nuovo progetto di legge, il presidente degli interporti guarda con interesse anche al rinnovato interesse delle Ferrovie italiane (Rfi) per il settore merci :"Consideriamo prioritario il programma di sviluppo delle ferrovie. Se vogliamo che gli interporti siano in rete, che fungano da retroporti perchè le nostre banchine, a cui manca lo spazio per i piazzali, possano competere con gli scali dell'Europa settentrionale, è meglio avere più collegamenti ferroviari. Rfi per tanti anni ha puntato sui passeggeri, come era giusto dal suo punto di vista. Adesso ho posto l'attenzione sul trasporto delle merci, sul superamento dei colli di bottiglia e sulla riorganizzazione delle tante società che all'interno del gruppo Ferrovie dello Stato italiani si occupano ognuna di una parte del settore cargo, dall'immobiliare alle imprese ferroviarie. Da questo punto di vista la nascita di Mercitalia (società nata lo scorso giugno per la produzione e commercializzazione del trasporto ferroviario merci, controllata al 100% da Fs, ndr) è un aspetto positivo". Positivo viene anche giudicato il riequilibrio fra merci e passeggeri. Uir resta attiva nel progetto Uirnet, società di cui oggi detiene il 51% del capitale. Ci sarà un aumento del capitale con l'ingresso di nuovi soci, ma "vogliamo continuare - afferma Gasparato - a giocare un ruolo. Ci abbiamo creduto quando il progetto era oggetto di critiche, ci crediamo adesso che è stato riconosciuto per realizzare la piattaforma telematica che gestirà la piattaforma logistica nazionale". 

Fonte: L'Avvisatore Marittimo, data 16/11/2016